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Mini Cooper S la leggenda dei rally

Fu per anni l?indiscussa protagonista del Rallye di Monte Carlo che stravinse battendo vetture di cilindrata e potenza nettamente superiori. I pochi esemplari originali sopravvissuti sono ora ambiti pezzi da collezione.

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La Mini originale è stata una piccola rivoluzione nel mondo automobilistico del tempo, e non solo per le dimensioni super ridotte.

È stata una delle prime auto prodotte in massa a montare il motore trasversalmente e ad adottare la trazione anteriore: tutte soluzioni che permettevano di risparmiare spazio, ma anche di semplificare la meccanica della vettura e quindi risparmiare nella sua costruzione. La sistemazione del cambio sotto il motore nella coppa dell’olio è stata un colpo di genio.

Oggi, se qualcuno vi parla della sua macchina con motore quattro cilindri, 1071 di cilindrata e 70 CV di potenza, siete perdonati se pensate che si riferisca ad un’umile utilitaria. Tali numeri sono perfettamente allineati con molte piccole compatte moderne. Ma all’epoca si trattava delle caratteristiche di un’auto che è diventata un mito, vincendo il Rally di Montecarlo contro tutte le aspettative e battendo un’auto con motore 4.7 V8 che sviluppava ben 230 CV in più: la Ford Falcon. La piccola leggenda in questione è la prima versione sportiva della Mini, la Cooper S del 1964, e l’evento era il Rally di Montecarlo dello stesso anno. La Cooper pesava meno di 700 kg ed era poco più di 3 metri in lunghezza per 1,40 di larghezza e 1,34 di altezza. Aveva la trazione anteriore, le sospensioni indipendenti, freni anteriori a disco e le ruote da 10” pollici. Le magiche mani di John Cooper lavorarono sul motore che su questa macchina arrivò a sviluppare 70 CV di potenza e 84 Nm di coppia disponibile a 4.000 giri, che bastavano per farla accelerare da 0 a 100 km/h in circa 13 secondi e raggiungere una velocità massima di 160 km/h. Nelle capaci mani (e piedi) di Paddy Hopkirk l’agilità della piccola Inglesina ebbe la meglio su auto ben più potenti come la Falcon e la Volvo 544 che erano più difficili da governare sulle ghiacciate e tortuose strade intorno al Principato di Monaco. Piccola è meglio? Beh nel 1964 e poi nel 1965 e 1967 è stato proprio così. Sono stati gli anni d’oro della piccola leggenda di Longbridge. Nelle foto l’esemplare guidato da Rauno Aaltonen nel 1969 e riportato all’antico splendore per la gioia dei collezionisti.

                                                                                                                     

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